pistola testa
Pagamenti PA, “a babbo morto”

Mai più. Mi sono ripromessa che non ci voglio cascare mai più. Da spararsi. Ne va della mia salute mentale, messa già a dura prova da tante altre “amenità” che l’andazzo generalizzato del paese ci propina quotidianamente.

Che nell’anno del Signore 2013, io debba aspettare più di quattro mesi dalla conclusione dell’incarico perché venga emesso l’atto di notifica dal Tribunale, recapitatomi nella solita busta color verde vomito dal postino. E che debba aspettare un tempo ‘imprecisato’, a detta del Cancelliere, affinché diventi esecutivo, è davvero sarcastico.

Come rasenta la parodia che il mio onorario venga decurtato ben del 50% se io avessi ritardato, anche di un solo un giorno, la consegna.

E l’assurdità raggiunge vette stellari quando si pretende che io mi debba scomodare per andare a consegnare il lavoro ‘a mano’ e in triplice copia, quando soltanto con un solo click io posso spedire un documento dall’altro capo del mondo.

Ma quell’organizzazione a stampo delittuoso, che in altri paesi normali prende il nome di Stato, m’impone la PEC e un’infinita’ di altri assurdi adempimenti burocratici per far perdere del tempo alla sottoscritta e intrattenere con un finto lavoro qualche assonnato impiegato statale.

Ma forse nessuno di questa banda di pretoriani se n’è accorto, perché vivono ancora sotto il regno dei Borboni, anche se li vedi lì, abbarbicati alle loro rassicuranti poltroncine, davanti allo schermo di un terminale, usato tale e quale alla penna e al calamaio di antica memoria.

5 pensieri riguardo “Pagamenti in tempi biblici nell’era digitale

  1. Tutto centrato… meno una cosa: lo sfascio della PA, della sua arroganza e arretratezza morale, culturale e tecnica non è certo dovuta all’ìeredità dei Borboni atteso che, fin dai tempi di Filippo II di Spagna, tradizione poi proseguita con altri sovrani spagnoli, gli esperti di diritto napoletani venivano cooptati presso il Consiglio di Stato di Madrid per amministrare un regno su cui non tramontava mai il sole.

    La verità è la PA italiota è figlia deforme di quella papalina e di quella savoiarda, con le loro ossessioni per l’autodafè del cittadino, chiamato sempre a discolparsi, e con la sua ossessione per la rigidità verticale ed assolutistica ch non lascia spazio a nessuna capacità di innovare.

Scrivi una risposta a honeels Cancella risposta