Per chi si occupa in vario modo di comunicazione, non c’è qualcosa di più frustrante dei sordi o dei “talebani“, per citare l’ultimo post del collega Roberto Marsicano. Poveri fanatici che si illudono di avere la verità in tasca e non si accorgono che hanno le tasche bucate e che la loro “verità” è stata schiacciata come una sottiletta dalla realtà.
Viviamo in un mondo di sordi, un esercito di sordi partigiani, come i guelfi e ghibellini di un tempo, aggrappati, a più non posso, alle loro convinzioni politiche, sociali, e per giunta esistenziali!
Succeda quel che succeda, per quanto possano essere smentite dai fatti, persone che fingono di amare il “dialogo”, il confronto, il “reciproco” scambio di opinioni. Che si vantano di “rispettare le opinioni altrui, anche se non le condividono”, che ti chiedono consigli, mentre invece l’unica “vocina” che vogliono sentire è quella di loro stessi. Piccoli e miseri onanisti dall’ego ingombrante…
Persone che fantozzianamente si vantano di pagare le tasse, ma lanciano sguardi di penetrante odio al vucumprà sfigato che “non le paga”, esultano o si indignano per la condanna definitiva di Berlusconi, senza rendersene minimamente conto che il berlusconismo è vivo e vegeto in questo assurdo Paese. E che non sarà certamente il partito del Gabibbo barbuto con la villa a Malindi che riuscirà a sconfiggerlo, né tanto meno quello dei morti viventi della sinistra che non c’è…
Persone che hanno bisogno di te, a mo’ di conferma della loro tesi, del loro “storytelling” personale o del loro valore professionale, ovvero in un modo esclusivamente funzionale e utilitaristico. Sordi presuntuosi che vanno avanti imperterriti sulla loro strada incuranti del mondo che li circonda. Una realtà fluida, mutevole, dove non ci sono certezze precostituite, salvo i freddi ma loquaci numeri di un’economia in affanno.
Un mondo in cui sopravvivrà non il più capace, il più colto, il più “saggio”, che nasconde a fior di pelle invece tanta spocchiosa presunzione, ma quello che riuscirà darwinianamente ad adattarsi meglio. A sintonizzarsi sulla realtà e non sulla colonna sonora che ha in testa.