Disfunzionali

Free Churro Bodjack

Giorni fa quando aggiornavo la mia bio su Silvina D, parlai di laimpertinente, il mio primo blog su WordPress che ha segnato un prima e un dopo.

Anche se l’ho accantonato in questi ultimi tempi, rimane lì, a futura memoria, un po’ per fare ordine nel disordine delle mie personalissime riflessioni.

Qualcuno disse che quando ci si stanca di soffrire si impara a scegliere e che il segreto dell’esistenza non sta solamente nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive.

Anche se alcuni vorrebbero che tu fossi sempre come un burattino, da manovrare all’occorrenza.

Se hai un perché abbastanza forte puoi superare qualsiasi come.

C’è chi lo scopre e c’è chi no. C’è chi ce l’ha davanti da una vita ma fa finta di non vederlo e quando poi si volta indietro, ormai è troppo tardi.

Fatto sta che tutti hanno un ruolo sul palcoscenico della tua vita e indipendentemente da quale esso sia, ti insegnano qualcosa, che prima o poi devi imparare, anche se, meglio prima.

Altrimenti corri il rischio di trascinartelo nella prossima vita… E sono cazzi amarissimi.

Hai deciso di bandire dal tuo vocabolario la parola “colpa” e sostituirla con “responsabilità”. Che va assunta al 100%. E ti sta benissimo. Olé!

Da tempo, hai capito che è meglio starsene alla larga di chi pensa sia possibile vivere per procura, come un vampiro che succhia il sangue degli altri.

Hai deciso di non porgere l’altra guancia, di non tendere la mano a chi la userà per trascinarti verso il basso, nel suo abisso malsano fatto di odio, astio e cattiveria.

Ti sei arreso? No, accetti che non tutte le cose sono risolvibili, come non puoi tuffarti nel mare e rimanere asciutto.

Che non potrai mai “risolvere” la vita di nessuno, ma solo la tua.

Che non potrai mai aiutare una persona, se lei prima non si aiuta da sé. Il vecchio adagio, “Aiutati che Dio ti aiuta” non scade mai…

Che nessuno e mai nessuno potrà farti sentire inferiore, sbagliato o malvagio, senza il tuo consenso. Chapeu!

Allora, fai un passo indietro.

Non hai dimenticato, ma semplicemente hai cancellato, hai estirpato dalla memoria quel veleno che strisciando intossica tutte le famiglie disfunzionali, tramandandosi da generazione in generazione.

Te ne distacchi da chi vuole prendere il tuo cuore per cagarci sopra.

Non ti va più di vedere il mondo sotto la lente distorta dell’eterno giochino vittima e carnefice. Troppo scontato.

Perché hai capito che tutti vogliono sentire solo ed esclusivamente quello di cui sono già convinti.

Oh, yeah.

A nessuno interessa quasi mai sentire la verità, come stanno veramente le cose e perché la realtà è perfetta così com’è.

E quel che è ancora peggio…

A nessuno gliene frega un cazzo di quello che provi.  Per dirla alla Beatrice Horseman. E  quello che tu pensi, aggiungo io.

Beatrice Horseman

 

Referendum prostituzionale? No, grazie, anzi Ni

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Mentre analisti e commentatori politici si affannano a commentare un’inutile vittoria di un inutile referendum dall’esito scontato, è da un pezzo che non sono così convinta di quella che è stata la mia scelta, sia bene inteso,  nonostante l’altrettanta inutilità del mio contributo al regime democratico autocratico italiano: scheda bianca.

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Scheda bianca per una riforma pasticciata e osteggiata da una accozzaglia sgangherata di apostoli del No

Scheda bianca perché non viene intaccato minimamente il vero cancro di questo Paese: la Pubblica Amministrazione, che nonostante i bislacchi tentativi di renderla più moderna ed efficiente, è sempre stato e lo sarà troppo vicina al Palazzo, ai burocrati, ai soliti gattopardi e paraculi del sistema.

Quella PA che drena linfa vitale agli sfigati che cercano di costruire e di fare impresa, ai precari a vita,  a quell’esercito di partite IVA che deve solo stare zitto per essere violentato perbene da uno Stato padrone

Scheda bianca per la totale mancanza di vision e mission della classe dirigente, perché i veri problemi dell’Italia (e di questo mondo che vola alla velocità della quarta rivoluzione industrialesono altri e stanno altrove, mentre politici, intellettuali, giornalisti pretoriani schierati sui due fronti si eccitano parlando di carta straccia.

Partita doppia

Certe persone funzionano come la partita doppia, con una mano ti danno e con l’altra si prendono tutto quello che ti hanno dato, con la differenza che il saldo non è mai a zero, perché non si accontentano e vanno oltre rubandoti la fiducia che hai depositato in loro.

In queste occasioni bisogna dimenticare come ti senti e ricordare cosa ti meriti.

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La risposta perfetta in ogni situazione

Woody Allen
La risposta perfetta per ogni situazione

Stasera su Iris inizia un ciclo dedicato a quel grandissimo genio cinematografico di tutti i tempi chiamato Woody Allen, in occasione dei suoi 80 anni.

La serata incomincia con Blue Jasmine, con l’indimenticabile Premio Oscar Cate Blanchet e prosegue con Whatever works, Basta che funzioni, con il mitico Larry David.

Alla ricerca di alcuni spezzoni di film per un seminario sulle potenzialità di YouTube in preparazione mi sono imbattuta con il finale de “Il Prestanome” di Martin Ritt, dove il protagonista di fronte alla Commissione per le Attività Antiamericano fornisce una risposta che si potrebbe utilizzare in mille altre situazioni…

Ogni volta che ci si sente accusati.

Ogni volta che ci si sente vittima di soprusi.

Palloni (s)gonfiati

pallone sgo

Il grande Pelè ha detto che non c’è niente di più triste che un pallone sgonfio.

Nella partita della vita, io credo che i palloni sgonfi si possono sempre gonfiare, a meno che non siano irreparabilmente bucati.

Lo stesso non si può dire dei palloni gonfiati che trovi in giro, spesso molto lesti a predicare bene e a razzolare male…

Ologrammi

Ologramma faccia
Ologrammi

Tutti morti. Sono tutti morti. Più morti dei trapassati i cui resti riposano nel cimitero oppure sono sparpagliati chissà dove…

Più morti di quel piccolo profugo rinvenuto nella spiaggia turca di Bodrum, che al meno riesce a smuovere le coscienze, di tutti quelli che una coscienza ce l’hanno ancora. O che fanno finta di averne una ma nei momenti in cui serve si volatilizzano…

Aylan Kurdi
Aylan Kurdi

Morti viventi che ti scrutano, seduti davanti a una scrivania piena zeppa di inutili scartoffie di una fottuta filiale di una rinomata banca di “primaria importanza”, che si pregia nella sua mission di essere al servizio dei “piccoli imprenditori”, proprio come te.

Individui che spulciano davanti a te la tua dichiarazione dei redditi e del tuo bilancio semestrale, chiedendoti dettagli su quello che fai o quello che non fai per campare. Facendo proiezioni e simulazioni dopo simulazioni, un esserino ingobbito barricato dietro a un terminale… Neanche se tu avessi chiesto soldi per ricostruire le torre gemelle…

Parli il meno possibile perché lasci parlare i numeri passati e in divenire. Snoccioli qualche dato sul tuo business. Ti occupi di consulenza e formazione nel campo del marketing e della comunicazione digitale. L’impiegato strabuzza gli occhi quando pronunci la parola e-learning. Gli spieghi che si tratta di formazione erogata a distanza…

In un Paese in avanzato stato di decomposizione, a chi può fregare un’attività proiettata al futuro imperniata sul digitale, nel momento in cui bussi alla porta per chiedere quello che in ligure si chiamano “palanche”.

“Ma qui ci vuole la garanzia del reddito fisso del pensionato”, esordisce l’impiegato dalla giacca infeltrita, con un guizzo di inaspettata vitalità. “Meglio se non troppo in là con gli anni, ovviamente, non si sa mai…”

Di quello che fai, delle tue garanzie concrete, anche ipotecarie, non gliene frega un cazzo a nessuno. E quando dici nessuno, dici proprio nessuno.

La ragione è molte semplice.

Perché tu sei vivo, mentre gli altri sono morti, finiti, finti e marci, come questo “sistema Paese” che si ciba di chi produce, di chi vuole mettersi in discussione e di chi ha iniziativa e la vuole portare avanti. Comunque.

Di persone, come te, che non hanno paura di parlare, di tacere e di dire le cose in faccia quando occorre. Con un obiettivo concreto in testa, nonostante i paletti, le diffidenze, le remore, le paure di tutti quei morti dal freddo a Ferragosto con cui hai a che fare e che hanno lo spessore pari a quello di un ologramma.

Inconsistenti, inesistenti, insignificanti, che non meritano un briciolo della tua attenzione e del tuo tempo.

Vivere per sempre si può

Vivere per sempre si può
Vivere per sempre si può

Non si muore mai una volta sola ma una, due, mille volte.

Perché cancellare vuol dire dimenticare, spazzare via come se non fosse mai fosse esistita quel che resta di una di una persona che non c’è più.

Cosa resta della vita oltre la morte?

Resta un filo invisibile che ti lega indissolubilmente a lei, un limbo chiamato ricordo. Ma a volte non ti basta.

Come abbiamo parlato sul blog di Digital Vizir, oggi hai la possibilità di vivere per sempre, o meglio di far vivere per sempre quella persona così cara.

Dove? Nel digitale. Grazie a chi? A Facebook, il social network per antonomasia.

Per il momento, la funzione è solo disponibile negli Stati Uniti, dove gli utenti potranno scegliere gli eredi digitali dei loro account a cui affidare la loro gestione in caso di morte, che potranno decidere se continuare ad utilizzare il profilo, sebbene con alcune limitazioni, oppure di trasformarlo in una sorta di memoriale.

Ora vivere per sempre si può, quanto meno nel ricordo. Un ricordo digitale, ma pur sempre così vivo…

Grazie a Facebook legacy contact.

Buco nero

Cosa ne penso della Grecia e dei vari Tsipras e Varoufakis descamisados?

 

Varoufakis Tsipras sorridenti
I “descamisados” del Partenone

La Grecia è come quelle famiglie tossiche in cui c’è un unico centro di costo perenne.

Una sorta di buco nero che ingoia denaro, risorse, per non dire linfa vitale, da tutti e da tutto ciò che lo circonda.

Con la tracotanza e la spavalderia di chi sa che comunque se lo può permettere perché la farà  sempre franca.

Un po’ come quel sciagurato figliol prodigo foraggiato per benino, a costo di spolpare e affossare chi ha sempre filato liscio…

La Grecia sa di trovare il solito rubinetto aperto da un’Europa, sempre più traballante su più fronti interni e esterni, ormai da un pezzo diventata un sogno infranto sull’altare sacrificale di una grande menzogna collettiva.

Perché i conti erano truccati sin dall’inizio della moneta unica, tutti consapevole della reale situazione dei Greci e pure dell’Italia, vera bomba ad orologeria dell’Europa, secondo il Washington Post.

Euro-Crisis-GDP
Fonte: Washington Post

Ma si doveva andare avanti. In nome di chi o di cosa?

In nome di quel popolo, sovranamente schiavo, vittima e complice dello stesso apparato di un paese di “pizzo, pizza e pezze”, per dirla alla Sorrentino ne La grande bellezza.

La grande tetta

Woody Allen_Tetta
“La grande tetta”

Ho letto da qualche parte che le famiglie dovrebbe dare radici e ali ai suoi membri più piccoli.

Invece, molto spesso, non sono altro che combriccole fondate sulla prevaricazione e l’interesse (o l’interessamento, il che è lo stesso).

Tale e quale alla politica, d’altronde, di cui House of Cards costituisce la sua più emblematica e dissacrante rappresentazione. Funziona proprio così!

Già negli anni ’30, Cambalache, uno dei capolavori del tango argentino scritto da Enrique Santos Discépolo, non a caso di origine italiana :-), recitava:

“El que no llora no mama y el que no afana es un gil”
“Chi non piange, non poppa e chi non ruba è un fesso”

Un pensiero che non fa parte del tuo DNA e perciò rientri automaticamente appieno nella categoria dei “fessi”.

Invece, purtroppo, la storia dei popoli, come quella delle famiglie, è scritta da chi si impunta e da chi “piange” pubblicamente per rivendicare un qualcosa: da un vestito a una casa (o brandello di casa).

Conosco persone che a 10 anni hanno pianto per un paio di scarpe da tennis davanti alle “alte sfere”, con la conseguenza che a 15 anni hanno smesso di studiare per andare a lavorare perché si sono rotte di “piangere” per stronzate.

Altre, invece, non hanno bisogno di “piangere” perché tanto c’è sempre una tetta pronta a schizzare latte anche se hanno 20, 30 e passa anni ma mentalmente sono degli eterni quindicenni.

Ci sono poi persone che se ne fottono con una leggerezza disarmante da essere quasi commoventi perché sono talmente cieche da non vedere oltre al loro ombelico e sorde da sentire solo i loro pensieri (per non dire pensierini). In fondo, credono fermamente di essere un cliente Mediolanum nella pubblicità di Ennio Doris. Te la ricordi? 🙂

Mediolanum Doris
Persone Mediolanum

Poi ci sono le Terese di Calcutta, le persone più pericolose, che si prendono sul loro groppone il problema della fame del mondo, ma al momento più opportuno sono sempre pronte a scaricarti una vagonata di merda addosso, perché in fin dei conti sono delle sante da venerare, mentre tu sei una piccola, insignificante pagana, che si sforza di non pestare i calli a nessuno, magari pure ubbidiente, ma con il brutto, bruttissimo, vizio di dire quello che pensa. Ad alta voce e pure sul web.